giovedì 29 ottobre 2009

Recensione Appia Road - a cura di Mark Von Fottemberg

Riceviamo e pubblichiamo la recensione dell'album Appia Road, a cura del noto criticone musicale Fottemberg.

Mark Von Fottemberg


Non sono, questi, tempi di purezza: sembrano invece, anche in musica, tempi di incontri, relazioni, ibridi e mostri favolosi. Se ne giovano i corpi in crisi, i generi insoddisfatti, interi mondi sonori dati per spacciati. A chi ancora si sgola a gridare che il T.U.P.D.V.P. è morto, l'unica risposta possibile è che il T.U.P.D.V.P. vive, anzi rivive, trasmettendo il suo flusso vitale ad altri corpi, altri generi, altri mondi.
Qualcosa del genere accade tra questi solchi. Appia Road è un esercizio di stile al quale forse il vecchio Malcolm avrebbe risposto "oh no, no, again... once more!"; anche se, come mi ha raccontato una volta Dotheska, Malcolm si divertiva parecchio ad ascoltare le versioni altrui dei suoi brani. Un piglio blues e in parte rockeggiante è destinato anche a quella che è invece, formalmente, un’operazione alquanto parkeriana: prendi le armonie di uno standard come "Is for you, again", le alteri, ci piazzi sopra una nuova linea melodica, e infine cerchi di metterci dentro tutto quello che sai fare, ed esce "Shit Happens" ... Un genere quello dei T.U.P.D.V.P. impuro, un gioco a far interagire una sorta di free bop con elementi elettronici e aleatori. "Donna Impalpabile" è invece la ballad del disco, tratta dalla colonna sonora che Pat Condicio ha realizzato per il film "Alla frasketta di Angelo", diretto ad Ariccia da Makkia Von Rom (primo premio al Festival del Cinema di Sorrento 2005, nella sezione "Lungometraggi"): il brano incarna, melodicamente, quella che è un po' l'anima romanesca dei componenti del gruppo, mentre quella più autenticamente napoletana è affidata a IndiaNapolis.
Qui, il sogno lidio e modale di Pat Condicio e Dotheska viene introiettato nel sentimento lidio della musica popolare partenopea, attorno a voci autentiche dei canti in quel di Pometia.
In questi canti si può scorgere quasi un equivalente italico di ciò che la forma, i contenuti e la funzione del blues rappresentano per i neri d'America. Comune è infatti la predilezione per i temi dell'amore interdetto, del lavoro ingrato, o - come nel contesto originale da cui è tratto il materiale vocale, qui sottoposto ad un lavoro di ri-composizione - della emarginazione giovanile: ed analoghi sono il respiro semiimprovvisato, legato alla comunicazione di occasioni quotidiane, e l'uso di incipit formulari.
Ad introdurre l'estemporaneità di ogni strofa, infatti, si attacca a cantare 'Torvajanica" con lo stesso spirito con cui ci si spalanca il cuore su un "I woke up this morning"... e non sai mai da quale direzione sta per pioverti addosso il tuo blues quotidiano.
Per queste nascite, per nuove rinascite si leva in volo ogni Fenice, pronta a risorgere lì dove più forte è l'esigenza di un rinnovamento. Nei dintorni del golfo di Napoli, solo le farneticazioni di Indianapolis mi sembra ricordare la sua voce. E questo è il suo battesimo del fuoco.
Mark Von Fottemberg

2 commenti:

DoTheSka aka DudeSky ha detto...

Mark Von Fottemberg, il personaggio che ha ispirato "er monnezza" di Tomas Milian... quale onore! A nome della band e del gruppo bocciofilo di Torre Marina, sentiti ringraziamenti per questo Suo attestato di stima.

Anonimo ha detto...

Ciao, mi chiamo Aldo e sono un fan Jean Nicolò e Fottemberg, appena ho letto che stavano recensendo il vostro album vi ho ricercato su Internet. Spero di ascoltarvi presto, magari dal vivo, almeno prima che io muoia e sappiate che non mi sento tanto bene. PS mi piace l'umorismo sarcastico tipico di Fottemberg..