giovedì 24 dicembre 2009

Auguri da DoTheSka!!! (a.k.a. DudeSky)

E' stato un anno ricco di intense emozioni.
Solo al pensiero mi scoppiano le lacrime, cosa molto dolorosa, perchè, oltre al rumore simile alle miccette, lasciano dei segni indelebili sulle guance.
L'album Appia Road è uno di quei sogni che fai da bambino per poi chiuderli nel cassetto.
Passano gli anni, traslochi, cambi i mobili e quindi il comodino, vai ad aprire il cassetto e ti ritrovi una Porsche nera parcheggiata proprio fuori casa.
Cavolo, chissà chi avrà inciso l'album!!
Che bei momenti che ho passato con i miei collaboratori musicali, che potrei definire amici durante una sbornia.
Come dimenticare la barba di Malcolm J. velata di zucchero e quegli occhi socchiusi dal piacere, ogni volta che assaporava una pastarella di Pat Condicio?
E gli sms di IndiaNapoliS, ne vogliamo parlare?
Chi pensa che siano solo delle parole usate per comunicare un concetto, non capisce che, in realtà, sono un evento vero e proprio.
Quando ti arriva un sms, una e-mail o qualsiasi cosa generata dalla mente di IndiaNapoliS, devi smettere di fare quello che stai facendo, per riflettere su quelle parole. Contemplare l'infinito, svuotare la mente, ripercorrere tutta la vita partendo dall'infanzia, gettare un sasso nel lago, chiamare un amico che non senti da tempo, comprare una pizza, mettere la benzina, farsi la doccia, svegliarsi con la Pat Sveglia, pagare le bollette, andare in ufficio... ops, forse mi sto dilungando troppo.
Vogliamo parlare del polpaccio di Pat Condicio? No? ok.
Lavorare ad un pezzo nuovo. Fantastico. Volare con la fantasia e cercare il consenso negli occhi degli altri, quando sei lì a proporre la tua idea. Gli occhi di Paraventa, quando le ho proposto di cantare "I Am a Robot" ancora me li ricordo... sembravano inorriditi e pieni di terrore. In realtà era solo curiosità. Ed anche se poi ha fatto di tutto per divincolarsi dal progetto, passando anche per via legali, sono sicuro che, sotto sotto, fosse contenta.
Un ringraziamento va anche all'ultimo entrato, Omaigod, con il quale speriamo di collaborare molto in futuro, anche se siamo ancora in attesa della firma sul contratto, del contratto e della penna.
Vogliamo parlare delle doti artistiche di Pat Condicio? No? Sicuri? Ok.
Ovviamente un caloroso saluto e ringraziamento va anche a tutti i nostri amici che hanno seguito con interesse il nostro passatempo, a chi si è divertito insieme a noi, a chi ha ascoltato la nostra musica e partecipato al delirio di queste pagine, a tutti quelli, insomma, a cui, anche solo per un millisecondo, la parola The UnParaventoDiVimini ha attraversato le sinapsi, causando danni irreparabili, ma, tutto sommato, piacevoli e sostenibili.


(DoTheSka, in basso a destra, in una foto d'epoca)

martedì 8 dicembre 2009

Un dubbio ci tormenta...

PAT CONDICIO E' FORSE L'EREDE DI JOE ZAWINUL?



Votate nel sondaggio!

giovedì 26 novembre 2009

Appia Road negli States!

Riporto, sul nostro blog, l'articolo del giornalista Emidio Silluppi, corrispondente
dagli Stati Uniti d'America:

Era nell'aria. Che il successo dei The UnParaventoDiVimini fosse circoscritto solo all'area di Pomezia e dintorni pareva riduttivo.
Ecco che, con le giuste amicizie e con l'anima artistica che li accompagna (ma le amicizie, ribadiamo, erano veramente giuste) i nostri TUPDV sono approdati negli States. A fare che? A presentare l'album Appia Road!
Al Caesar Palace di Las Vegas, ad esempio, la tensione era così alta per l'avvenimento, che la security non li ha fatti entrare! Incredibile, hanno preferito rimandare la presentazione, per motivi di ordine pubblico (è l'unica spiegazione plausibile, del resto.)

i TUPDV davanti al Caesar Palace


Il gruppo poi, si è trasferito a New York, precisamente al Madison Square Garden. Era chiuso, per ristrutturazione. Per renderlo ancora più maestoso in omaggio ai fantastici TUPDV! (anche questa sembra l'unica spiegazione plausibile).


i TUPDV a New York



Ultima tappa, è stata una mossa geniale di IndiaNapoliS. Aprendo il giornale locale, ha letto della presenza del presidente Obama alla partita degli Yankees. Quale occasione migliore, per trovare un po' di notorietà, nel trovarsi vicino al grande Barack, visto che, qualsiasi cosa faccia, finisce inevitabilmente su qualsiasi giornale del globo?!?! Compresi i giornalini dei boy scout?!?
Non sono riusciti a presentare l'album solo perchè il pubblico era leggermente più interessato all'incontro di baseball, ma l'inno americano cantato da Pat Condicio rimarrà nella storia!
Un saluto dagli States dal vostro corrispondente Silluppi!


I TUPDV con Obama (Pat era andato a comprare un Hot Dog)

Ringraziamo nuovamente Emidio, arrivederi a presto, cari paraventini!

venerdì 6 novembre 2009

Appia Road



In questo post troverete ogni informazione riguardante il primo, fantastico, unico, inconfondibile, ma soprattutto introvabile, album dei The UnParaventoDiVimini!!!!
Ringaziamo tutti i nostri fans, anche se, senza di loro, questo album sarebbe comunque nato. Perchè così era scritto.
Alcune curiosità:

Nelle interviste presenti nell'album, l'intervistatore inizia sempre con un caloroso "buonasera" ma in realtà sono state registrate tutte di mattina, all'alba.

L'album è stato realizzato utilizzando scarti vegetali fermentati.

Durante la realizzazione dell'album, Pat Condicio ha sostato spesso in doppia fila, tra l'altro senza le 4 frecce.

125 sono le pastarelle assaporate dal gruppo mentre sono 450 le tazzine di caffè degustate dal solo Pat Condicio.

Un solo casatiello è stato ingerito, ma si ringrazia vivamente la mamma di IndiaNapoliS per quel magico momento.

Ascoltando al contrario "Donna Impalpabile" si sente in maniera chiara la frase satanica "Pat Condicio è un soggettone"

Più volte i componenti del gruppo hanno avuto problemi di coabitazione. Motivi contrattuali, litigi, invidie e gelosie, sono state le cause scatenanti. Per circa un mese, pensate, tutti i componenti attuali sono stati, simultaneamente, fuori dal gruppo. La line-up della band, in quel periodo, era la seguente:
Cardinale Massimo Massimini - voce

Avorio Barberini - chitarra e cori
Rococò Borromini - tastiere, basso, batteria, cori, fiati e caffè.

Ascoltanto al contrario "Oh Dan" non si capisce praticamente una mazza.


Qui trovate i testi delle canzoni!!!
Buon ascolto!

venerdì 30 ottobre 2009

Recensione Appia Road - a cura di Peltro Figliugli

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la recensione del disco “Appia Road” a cura di Peltro Figliugli, della rivista “Musica bovina”.


Amici lettori, è nata una stella!
Una nube molecolare infatti è appena collassata formando una protostella in un angolo remoto del cosmo. Fantastico evento. Del resto io ho sempre voluto fare l’astronomo...
Ma per campare (e male) mi tocca scrivere di musica… e allora oggi ho preso dalla scrivania il pacchetto che mi è stato recapitato dai TUPDV. L’ho aperto, ho inserito nel lettore il cd che ho trovato all’interno, ho messo in tasca la banconota da 100 euro che vi era acclusa, e ho così ascoltato (senza alcun tipo di condizionamento) il primo lavoro di questo nuovo ma non più giovane gruppo che si sta appena affacciando nel dorato e oleato mondo dello show business.
Amici lettori, è nata una stella! Ma questa volta di vimini.
Ci troviamo davanti ad un album esaltante e ricco… e non solo per via dei 100 euro. Canzoni semplici ma oneste, farcite di curiosi tormentoni, effetti speciali, gags, improvvisazioni e invenzioni varie. Sembra un po’ come ritrovarsi fra le mani quelle buste sorpresa che si compravano dal giornalaio quando eravamo bambini. Erano sì piene di immondizia, ma il nostro entusiasmo era alle stelle. Ed è esattamente ciò che avviene con questo album.
“Appia Road” assume anche la forma di un sentito tributo ad eroi (e soprattutto anti-eroi) veri o inventati, ma anche di una giusta celebrazione dei problemi comuni nei nostri tempi: l’amore non corrisposto e il conseguente alcolismo (Donna Impalpabile), i problemi e le difficoltà della vita quotidiana (Shit Happens), il bisogno di figure di riferimento molto spesso deludenti (Jonhny), e così via.
C’era bisogno di questo album? Decisamente no. C’è bisogno che vi arrabbiate per questo? Decisamente no.
Cos’altro dire? Decisamente no.
Ascoltando "Appia Road" si avverte la forte sensazione che sentiremo ancora parlare di questo stuolo di sedicenti musicisti, sperimentatori a modo loro di un genere "non-genere", musica difficile da inquadrare e dunque spesso difficile da digerire (ma per ovviare al problema esistono prodotti specifici reperibili in farmacia).
Dunque... lunga vita ai TUPDV!!
O come diavolo si chiamano.

giovedì 29 ottobre 2009

Recensione Appia Road - a cura di Mark Von Fottemberg

Riceviamo e pubblichiamo la recensione dell'album Appia Road, a cura del noto criticone musicale Fottemberg.

Mark Von Fottemberg


Non sono, questi, tempi di purezza: sembrano invece, anche in musica, tempi di incontri, relazioni, ibridi e mostri favolosi. Se ne giovano i corpi in crisi, i generi insoddisfatti, interi mondi sonori dati per spacciati. A chi ancora si sgola a gridare che il T.U.P.D.V.P. è morto, l'unica risposta possibile è che il T.U.P.D.V.P. vive, anzi rivive, trasmettendo il suo flusso vitale ad altri corpi, altri generi, altri mondi.
Qualcosa del genere accade tra questi solchi. Appia Road è un esercizio di stile al quale forse il vecchio Malcolm avrebbe risposto "oh no, no, again... once more!"; anche se, come mi ha raccontato una volta Dotheska, Malcolm si divertiva parecchio ad ascoltare le versioni altrui dei suoi brani. Un piglio blues e in parte rockeggiante è destinato anche a quella che è invece, formalmente, un’operazione alquanto parkeriana: prendi le armonie di uno standard come "Is for you, again", le alteri, ci piazzi sopra una nuova linea melodica, e infine cerchi di metterci dentro tutto quello che sai fare, ed esce "Shit Happens" ... Un genere quello dei T.U.P.D.V.P. impuro, un gioco a far interagire una sorta di free bop con elementi elettronici e aleatori. "Donna Impalpabile" è invece la ballad del disco, tratta dalla colonna sonora che Pat Condicio ha realizzato per il film "Alla frasketta di Angelo", diretto ad Ariccia da Makkia Von Rom (primo premio al Festival del Cinema di Sorrento 2005, nella sezione "Lungometraggi"): il brano incarna, melodicamente, quella che è un po' l'anima romanesca dei componenti del gruppo, mentre quella più autenticamente napoletana è affidata a IndiaNapolis.
Qui, il sogno lidio e modale di Pat Condicio e Dotheska viene introiettato nel sentimento lidio della musica popolare partenopea, attorno a voci autentiche dei canti in quel di Pometia.
In questi canti si può scorgere quasi un equivalente italico di ciò che la forma, i contenuti e la funzione del blues rappresentano per i neri d'America. Comune è infatti la predilezione per i temi dell'amore interdetto, del lavoro ingrato, o - come nel contesto originale da cui è tratto il materiale vocale, qui sottoposto ad un lavoro di ri-composizione - della emarginazione giovanile: ed analoghi sono il respiro semiimprovvisato, legato alla comunicazione di occasioni quotidiane, e l'uso di incipit formulari.
Ad introdurre l'estemporaneità di ogni strofa, infatti, si attacca a cantare 'Torvajanica" con lo stesso spirito con cui ci si spalanca il cuore su un "I woke up this morning"... e non sai mai da quale direzione sta per pioverti addosso il tuo blues quotidiano.
Per queste nascite, per nuove rinascite si leva in volo ogni Fenice, pronta a risorgere lì dove più forte è l'esigenza di un rinnovamento. Nei dintorni del golfo di Napoli, solo le farneticazioni di Indianapolis mi sembra ricordare la sua voce. E questo è il suo battesimo del fuoco.
Mark Von Fottemberg

martedì 27 ottobre 2009

Recensione Appia Road - a cura di J. Nicolò

Riceviamo e pubblichiamo la recensione dell'album Appia Road, a cura del noto mastro critico di vita, Jean Nicolò.

Jean Nicolò e la sua passione per i copricapi

Raramente abbiamo la fortuna di assistere a nuove sperimentazioni musicali che ampliano il perimetro percettivo nel quale la realtà viene manifestandosi e che permettono l'identificazione di un repentino cambiamento d'umore in uno scenario caratterizzato dall'abbondante perseveranza di sterili aforismi. Il nuovo lavoro dei T.U.P.D.V. ne rappresenta un esempio paradigmatico, seppure la cultura dell'alienazione si rifletta in esso con la preminenza di un fattore potestativo. L'immediato e pungente sarcasmo nasce spesso da improvvisazioni reiterate e prive di direzione alcuna che manifestano l'abbacinante, immutabile e assoluta libertà espressiva. La loro musica non ha profilo definito né scopo, neppure è possibile identificarlo nella pura ricerca del piacere. I T.U.P.D.V. danno l'impressione di fare musica per dimenticarsi di averla fatta, e ricominciare. Padroni di una musica che non soffre orgasmi, né provoca nostalgie, di una musica che mi piacerebbe definire metafisica, i T.U.P.D.V. sembrano adoperarla per esplorare ed esplorarsi, perseguendo quella dimensione che assume la pretesa, forse illusoriamente, di individuare le vene profonde della più aperta e spregiudicata identità. L'irriverenza cessa di rappresentare la fuga dall'esistente, e percorre, trasversale, la cultura della scoperta e della disillusione, per approdare naufraga nei territori limitrofi dell'egemonia della vitalità e della sofferenza umana. L'apparente cinismo rivela la distanza dalle convenzioni e dalle ipocrisie, delle quali, pure ne denuncia le impercettibili aberrazioni sociali. Nei T.U.P.D.V. non c'è la minima grandezza, e appena si ha la possibilità di accorgersene, si comincia ad ammirarli. Si pongono culturalmente antitetici rispetto alle ambizioni meschine di chi non ammette diritto di cittadinanza per le debolezze umane o per i luoghi fuori moda, e ci restituiscono un'umanità disincantata e , se vogliamo, più vera. Nella loro raccolta iconografica vengono irretite figure reali e immaginarie cui spetta la ricomposizione di un immaginario individuale e collettivo minuziosamente frantumato contro il muro della supponenza e della distrazione. Sembrano riproporre, in musica, l'arte della dagherrotipia senza alcuna pretesa apologetica se non quella di restare fedeli all'immagine corrosa e furtivamente catalogata nella memoria e rispetto alla quale assumono la posizione che spetta a chi decide di evitare illegittime sovrapposizioni. In una contemporaneità colma delle più vane e folli pretese ed esigenze, sembrano definire, consapevoli, le tracce di un interrogativo esiziale rispetto alle quotidiane e misere rassegnazioni. Sembrano domandarci brechtianamente ed in ultima istanza : “Dove ce ne andiamo noi, se il mondo diventa dimora di eroi?”. Sembrano cioè lanciare oggi uno straordinario epitaffio per le generazioni future ….. lodevole tentativo, per quanto si possa non amare epitaffio alcuno.

TheUnParaventoDiVimini Project


The UnParaventoDiVimini è, essenzialmente, un gruppo musicale. I componenti mantengono una certa autonomia artistica, alcuni dicono per incompetenza, altri per una sorta di emancipazione dai grigi schemi introdotti dal vile e ruvido mercato musicale.
Ma il project? E' la volonta di costruire una dimensione che non abbracci solo il lato musicale ma anche altri spazi artistici. Con tutti voi. Gratuitamente.
Ecco avete capito? Ora immaginatevi il tutto riparato, protetto e coccolato da un paravento di vimini. Riuscite a farlo? No?!?
Sforzatevi... sarà piacevole...

venerdì 23 ottobre 2009

Recensione Appia Road - a cura di S. Riesling

Riceviamo e pubblichiamo la recensione del nostro album, a cura del grande critico musicale internazionale Sven Riesling

Sven Riesling negli studi di Baltimora

Appia Road è un album maturo.
Gli artisti che lo hanno creato, anche se all'esordio, denotano una spiccata competenza ed esperienza. Le canzoni hanno un gusto amabile, di profumo intenso e fruttato con sapore morbido e delicato.
Lo consigliamo abbinato a serate con amici spensierati, con antipasti e pesci lessati, purchè sia sempre ascoltato fresco, tra gli 8 e i 10 °C.

lunedì 19 ottobre 2009

L'energia vitale universale è in ognuno di noi

I TheUnParaventoDiVimini esistono ancora!!
Proprio così, cosa sono quella facce incredule?Un mare di novità, cari amici.
L'album è stato completato ed è stato distribuito ad una serie di critici musicali. Presto su queste pagine il resoconto di tali critici. Quando verrà distribuito al pubblico? Al prossimo concerto ovviamente.. quando? Presto lo saprete, cari, pazientate.
Intanto vogliamo farvi un regalo:
L'idea di passare mezza vita nel traffico e l'altra metà in uno squallido ufficio ad effettuare pratiche che anche una scimmia ammaestrata potrebbe fare egregiamente, se non meglio di voi, vi butta giù e vi inchioda al letto? Sognate di svegliarvi pieni di energie, così da affrontare questa squallida vita con una marcia in più?
E' arrivata la Pat-Sveglia (clicca su "scarica" all'apertura del link)!! Inseritela sul vostro cellulare di fiducia, e vedrete che la giornata comincerà subito in maniera differente!!!

Pat dorme dolcemente...


Pat sveglio e pieno di energie grazie alla Pat-Sveglia!

martedì 23 giugno 2009

Good things come to those who wait...

Diceva la mia bisnonna, di chiare origini calabresi. Lo diceva con una pinta di Guinness nella mano sinistra e il rosario nella destra. Questa figura accompagna tutti i miei sogni (spesso incubi).
Ma bando alle guance, cosa sta succedendo? Dove sono finiti i T.U.P.D.V.? Pochi di voi se lo stanno chiedendo (la maggior parte delle persone che stanno leggendo queste righe, infatti, sono qui per caso o sono vittime di pubblicità ingannevole)
Ci sono ancora e stanno lavorando. Anzi, utilizzerei il termine perfezionando, il lavoro svolto fino ad ora. L'album è ormai alle porte (per poi finire in qualche secchio, probabilmente).
Ma non è facile questa vita, cari lettori. Uno si alza pieno di energia e di voglia di fare, con l'arte che scorre nelle vene. Poi sapete come va a finire, no? Burocrazia, politica, bustarelle, amicizie che contano, mani che si stringono, vassoi che si svuotano, panze di Pat che si riempiono.
Non voglio raccontarvi tutti i particolari, ci vorrebbero almeno 15 minuti e ora non ho tempo. Ma partite dal Presupposto, in prov. di Chieti, prendete la strada statale, sempre dritti e... mi sono perso, di cosa stavamo parlando?
T.U.P.D.V. Project. Il Progetto, ecco. L'album è la parte musicale, ma c'è un progetto più ampio. Prima di tutto stiamo rivalutando il blog, che diventerà qualcosa di.. differente.
Presto il buon Malcolm J. ci spiegherà tutto, sempre che si ricordi di farlo.
Sennò ce lo spiegherà qualcun altro, sempre che sappia qualcosa al riguardo. Insomma, un caso intricato. Ci vorrebbe il vecchio IndiaNapoliS per renderlo ancora più ingarbugliato. Ma voi attendete, se avete voglia. Perchè più l'attesa è alta... più la voglia è larga. No? A presto, viminucci miei.

lunedì 25 maggio 2009

H.H.I. - 8 - Senza pietà.

Premessa doverosa H.H.I. non è la sigla di un nostro nuovo gruppo/progetto (anche perchè al massimo avrei accennato al progetto Multy Python, ma questa è un'altra storia...) ma è l'acronimo dell'appuntamento storico quanto snobbato, Homo Homini Indianapolis.
Ma veniamo alla frase del giorno, in tutti i sensi, visti i toni palesemente piccanti:

- La mia nudità è troppo espressiva ci vogliono palati forti per dugustare.

Si, dugustare. Alla mia domanda "ma intendeva degustare, sommo maestro?" lui ha risposto: "no no, dugustare... è giusto così, vedrai che un giorno lo capirai.." queste parole accompagnate da una carezza. Chissà cosa mi avrà voluto comunicare.

mercoledì 6 maggio 2009

Comunicazione di servizio

Buongiorno, il contratto con la OltreOgniVimini & Co. che ci forniva il background di vimini per il blog è scaduto. La società non intende rinegoziare il contratto e quindi, al momento, stiamo trovando nuovi fornitori di vimini.
Per adesso abbiamo ottenuto uno sfondo con un classico legno da parquet, ma se avete altre idee o segnalazioni da farci al riguardo, non esitate.

martedì 28 aprile 2009

Homo homini Indianapolis - 7

Eh si. Proprio lui. Ed ecco la sua frase, oggi come non mai dalla valenza psichedelica:

- L'ego mi riempie la pancia dall'interno... poteva andare un po' più in giù?

C'è ancora qualcuno che non strabuzza gli occhi leggendo queste massime? Credo proprio di no..
Buona giornata.

mercoledì 22 aprile 2009

Di chi, di che cosa? (compl. di specificazione)

Di chi o di cosa, abbiamo bisogno, noi giovini utilizzatori dell'arte come forma di comunicazione? Abbiamo bisogno di consensi o di critiche. Comunque, della presenza di qualcuno. Cosa siamo diventati, ordunque? Successi, insuccessi, siccensui, soprattutto cessi, e mille altri fattori hanno indebolito quelle catene che ci tenevano legati. Pat Condicio, ad esempio, ormai da tempo ha intrapreso la strada. Di cosa? La strada, punto. Parrucca e trucco ed il gioco è fatto. Soldi facili, direte voi, ma sempre soldi sono, secondo lui.
Malcolm J. ha cominciato ad instaurare rapporti di amicizia con personaggi sempre più potenti, nell'ambito della produzione musicale. Ruffianandosi mega produttori americani ha perso tutto il suo estro musicale per finire come soprammobile in un lussuoso appartamento di New York.
Ed IndiaNapoliS, che tutti, erroneamente chiaman Lello? Lui è ancora lì, Leone nella foresta, con la sua folta criniera. Il problema è che il cibo scarseggia e, in tempi di magra, bisogna
sapersi inventare un mestiere. Ci sta pensando su, ma questo, inevitabilmente, gli porta via un bel po' di tempo.
Omàigod, l'ultimo arrivato, è stato pure il primo ad andarsene. Forse perchè ha capito tutto, troppo, direi. Di lui si sono perse le tracce, alcuni lo hanno avvistato tra le Ande, altri sui Monti
Lepini.
E cosa sono diventato io? Un bambino che non sa più sognare? E come guarire questo male... Mettersi ancora a dormire? Sembra un cane che si morde la coda.
Questo non sarà un post, come è accaduto in passato, di rivalsa. Non cercherò quello che si è perso. Non sarà un post utile a lenire queste ferite. Sarà un post dedicato alla cucina.

Ricetta del giorno: Crocchette di baccalà e patate.

Ingredienti per 4 persone: 300 gr di patate, 150 gr di baccalà dissalato, 1 uovo piccolo, prezzemolo tritato, 1/2 spicchio d'aglio, sale, olio per friggere. Lessate le patate sbucciate e tagliate a dadi in acqua salata e lessate anche il pesce, separatamente, in acqua non salata. Scolate bene il tutto e riducete le patate a puré. Unite il pesce schiacciato con una forchetta, l'uovo intero, sale e prezzemolo e l'aglio sminuzzato. Formate delle palline grosse come noci e allineatele su un piatto. Friggete le crocchette di baccalà in abbondante olio ben caldo e asciugatele su carta assorbente. Potete friggerle direttamente così oppure impanarle nel solito modo per ottenere un guscio più croccante.

Ed ora, sempre perchè mi piace stupirvi, un passo dalle Sacre Scritture:
1 Ts 5, 4-5

Voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che il giorno del Signore possa sorprendervi come un ladro: voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte, né delle tenebre.

Ed ecco il momento che molti aspettavano. No, non stiamo parlando del Giudizio Universale, ma di Homo homini Indianapolis - 6!

- L'unica cosa che non so riciclare, è il tempo perso.

Suerte e Cuica a tutti voi.

martedì 31 marzo 2009

Homo homini Indianapolis - 5

Scusate il ritardo (cit.)
Prendendo spunto da un breve quanto intenso dialogo, tra IndiaNapoliS e Pat Condicio, ecco la frase degna di essere riportata:

- Quella non è panza, è solo un difetto della maglia.

E con questa frase rivolta a Pat, rivolgiamo a nostra volta numerosi auguri in notevole ritardo, al nostro caro chitarrista-bassista-voce scenica e oscenica.

sabato 21 marzo 2009

L'Evento in sordina

E' passato in sordina, l'Evento dell'anno.
Ma sordina è dire poco, visto che non se ne è ricordato nessuno... nemmeno gli stessi componenti del gruppo.
Di cosa stiamo parlando? Semplice: del primo anno di vita del The UnParaventoDiVimini Project.
Ebbene sì, il 18 marzo il gruppo ha compiuto un anno di vita... ed ha spento idealmente la candelina di questo primo anno con la stessa verve di un uomo anziano che soffia sulla minestra bollente.
Un anno. E' tempo di bilanci. E, viste tutte le pastarelle ingurgitate durante questo lasso di tempo, è anche tempo di bilance.
Voltandoci indietro riusciamo a scorgere ancora il vivido ricordo del giorno in cui, tra le grigie mura lavorative, DoTheSka e Malcolm J. decisero con entusiasmo di dare vita al Progetto. E ricordiamo anche la furibonda collutazione di quella sera stessa, a causa delle prime divergenze. Da quel giorno, fino ad oggi, si sono viste tante cose: pastarelle, cavi, ronzii misteriosi, macchie di grasso, cuiche, Oliver Onions, acceleratori di particelle, schede audio, registrazioni cancellate, maltrattamenti (quasi tutti verso Pat Condicio), altre pastarelle, poesie, farneticazioni, Laure Pausini, sudore (quasi tutto di Pat Condicio... del resto sono noti i suoi problemi di traspirazione), storielle tibetane, viaggi internazionali, turbe intestinali... e chi più ne ha, più ne metta.
Solo una cosa manca per suggellare adeguatamente questo anno così ricco: un concerto. Il concerto che i fan (ad oggi se ne contano almeno 20 "ufficiali") chiedono a gran voce.
Ma chissà che dietro quel Paravento non si nasconda proprio un evento del genere...

lunedì 16 marzo 2009

Homo homini Indianapolis - 4

Non vedevate l'ora, vero? Visto che il gruppo sta vivendo un momento di estrema pigrizia, dal punto di vista artistico, l'unica attività che rimane viva è il commento alle manifestazioni artistiche di IndiaNapoliS. Manifestazioni che avvengono in maniera naturale. Sarebbero tanti gli aneddoti da raccontare, ma non ci vogliamo discostare dal tema centrale. E vista la pigrizia menzionata precedentemente, ecco la frase di oggi:

- Il mio credo mi impone la pigrizia come virtù.

Se qualcuno ne aveva il dubbio, ora ha la certezza.
Del resto anche Seneca scrisse qualcosa di importante sull'ozio e le sue virtù. Ora sta a voi.

lunedì 9 marzo 2009

Homo homini Indianapolis - 3

Eccoci qui, stiamo alla terza settimana ed ecco il terzo appuntamento con le massime di IndiaNapoliS.
Nonostante lo scetticismo di alcuni critici narrativi a livello mondiale (alla domanda cosa ne pensa di IndiaNapoliS, il noto critico americano Jeffrey Pugliese ha risposto: "Who?!") noi continuiamo con questo angolo di cultura. Perchè si.
La frase di oggi è la seguente:

- La mente e il parlato non viaggiano sulla stessa locomotiva, è un discorso di saper prendere le coincidenze

Sappiamo prendere le coincidenze, o viviamo di coincidenze? La mente e ciò che esce dalla nostra bocca, vanno di pari passo? Non dico quando beviamo in eccesso, in quel caso è normale che manchi un certo collegamento... qui andiamo nel profondo, nel comportamento dell'uomo all'interno del suo ambiente. No?
Medidate gente, meditate.

lunedì 2 marzo 2009

Homo homini Indianapolis - 2

Ecco la nuova frase del Sommo, che ci/vi/li permetterà di riflettere anche questa settimana:

- I preliminari sono utili all'inizio, poi serve altro.

Sembrerebbe qualcosa di freddo quanto scontato. Ma pensateci bene, chi di noi, nella vita, non fa altro che fermarsi ai preliminari?
A voi l'ardua sentenza...

lunedì 23 febbraio 2009

Homo homini Indianapolis

Vivendo a contatto con un personaggio come IndiaNapoliS (nome d'arte di Lello, ma penso che ormai non serva neanche ricordarlo) non sempre ci accorgiamo delle perle di saggezza che spesso il maestro riesce a tirar fuori, anche dal più sterile degli argomenti. Basta una semplice chiaccherata alla macchinetta del caffè, e la tua giornata si illumina. Poi, diciamocelo, lui è anche un tipo un po' schivo, riservato, non è come quelle persone che ti sommergono di frasi e giudizi e che quindi, prima o poi, ci azzeccano. Per questo motivo, nasce una rubrica dedicata alle sue massime. Frasi gettate lì, con licenze poetiche e senza seguire, almeno da un superficiale giudizio, una logica.
Quindi eccomi qui a raccogliere, settimanalmente, una frase del nostro mentore (per questa occasione le frasi saranno due) per poi commentarle e condividerle con tutti voi, cercando di capirne il significato e quale insegnamento possano dettare alle nostre menti (spesso malate o fortemente danneggiate)
Ma veniamo alle frasi:

- Le storie non iniziano mai con un lieto fine.

- C'è sempre un tiempo per seminare, poi qualcuno raccoglierà.

Un breve commento da parte mia. Sulla prima frase, che dire. E' il nuovo tormentone del nostro secolo. Un loop infernale, ma alla base dell'esistenza stessa. Diciamo un "mi illumino di immenso" della nostra generazione, ma con un lieve retrogusto malinconico.
Sulla seconda frase, c'è una piccola citazione alla lingua spagnola che rende il tutto più esotico. E così immaginiamo campi al sole delle Americhe del sud, dove le nostre idee crescono, aspettando il fazendero di turno... ma non voglio andare oltre. Lascio a voi ulteriori commenti!

venerdì 13 febbraio 2009

Parliamo del nuovo membro di Vimini: Omàigod

Ormai era diventato il segreto di Pulcinella. Da tempo l'ombra di questo artista aleggiava sul gruppo e quindi un suo ingresso era inevitabile, ora che è parte integrante della band e l'etichetta discografica ci ha dato l'ok, possiamo pubblicare la sua biografia ufficiale:

Nasce su una piattaforma petrolifera in mezzo all'Oceano Atlantico. I suoi primi anni di vita non sono facili, sulla piattaforma non c'è molto da fare, ma uno degli operai addetti all'estrazione del petrolio gli insegna l'utilizzo del cucchiaio. All'età di 16 anni va a vivere finalmente sulla terra ferma, utilizzando le nozioni ricevute sulla piattaforma comincia a fare il benzinaio, ma gli manca tremendamente il mare. Camminando lungo la spiaggia di Torvajanica, trova una chitarra abbandonata e comincia a suonare questo strumento. Passa intere giornate a suonarla, tanto che il datore di lavoro lo licenzia. Comincia a mancargli tremendamente anche l'odore di benzina che insieme al mare, gli ricordavano la piattaforma petrolifera, di cui ha una foto gelosamente custodita dentro una scatola di latta. Al'età di 26 anni fonda un gruppo "The Piattaforma Petrolifera di Latta" e arrivano i primi successi. Dopo anni di attività musicale, decide che la latta non è più un materiale di suo gradimento e compie il saltò di qualità: comincia ad amare il vimini. Costruisce una piattaforma di vimini che poi diventerà il pontile di Torvajanica, la sera stessa, durante i festeggiamenti per l'evento, si ubriaca e il giorno dopo si risveglia a casa di DoTheSka con, in una mano, un contratto firmato che lega le sue prestazioni artistiche e una fornitura di pastarelle periodica al gruppo T.U.P.D.V., e, nell'altra mano, una bottiglia di whisky.

Questo post vuole salutare questo nuovo artista che sicuramente non deluderà le nostre e vostre aspettative.

martedì 3 febbraio 2009

Una luce fioca...

Poche persone potrebbero attraversare una crisi così forte e rimanere indenni. Quando, giorno dopo giorno, problemi e imprevisti assalgono un gruppo musicale, anche i componenti più duri possono vacillare. Pat ha vacillato subito, ad esempio. Tanto che per giorni il suo nick è stato "Pat Vacillatio", ma questa è un'altra storia. Il gruppo ha trovato la compattezza di un tempo e anche se i problemi non sono del tutto risolti (Malcolm J. ha il dito anulare della mano sinistra fratturato in più parti, per via di un litigio furibondo con un giornalista che pronunciava il suo nome Malcom, senza la l in mezzo...) si intravede una via d'uscita.
IndiaNapoliS ha preso spunto dalla situazione e ha scritto queste parole:

Il crepuscolo del mattino è sorto albeggiando con la sua luce fioca spargendo nell'etere l'evento ultra clou: 'la risurrection del TheUnParaventoDiVimini Project', la band chillout più fuorviante del cosmo si è riaccesa risorgendo, si è riappropriata dei suoi strumenti e sono pronti a ricalpestare la musica per irradiare all'unisono con la loro sonorità le tube uditive dei fans, sollecitando le trombe di Eustachio a femmine, malafemmine, masculi e presbiteri, agiranno con lo stesso impeto che fa la primavera con le ciliegie ....

Queste parole sono come una nuova fonte di energia per il gruppo. Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo detto "è l'ora della risurrection" con accento napo-spagnolo. Il bello è che lo abbiamo detto così, di getto e contemporaneamente. E con le lacrime agli occhi. E con una pastarella in mano.
Nuovi progetti sono in fase di studio. Ma è presto per anticiparvi questi futuri nuovi scenari. Intanto è attiva la pagina su Facebook. Nessuno ne sentiva l'esigenza, ma per motivi contrattuali andava fatto.
T.U.P.D.V. è ancora vivo e aleggia tra di voi, ma non voltatevi indietro, non abbiate paura. Mica è una malattia. E' la voglia di condividere un sorriso, un momento, un gesto, una canzone, una poesia. E' la voglia di mettersi in gioco. E' la voglia di cuica.